Nell’ambito di un ambizioso progetto di trasformazione digitale, Snam porta sulla piattaforma cloud Azure centinaia di macchine virtuali in pochi mesi e senza interruzioni di servizio. Riduce così i costi e guadagna in scalabilità e flessibilità, supportando la crescita dell’azienda.
“Posso affermare che Azure e in particolare Azure VMware Solution è per noi la soluzione giusta”, dice Veronesi, “ci consente infatti di passare in modo seamless dall’on-premise al cloud, liberando risorse e investimenti di capitali che possono essere utilizzati dove servono di più.”
Giorgio Veronesi, Senior Vice President ICT Infrastructure di Snam, Snam
Quotata dal 2001 sul mercato azionario italiano, Snam è il principale operatore europeo nel trasporto e nello stoccaggio di gas naturale, con un’infrastruttura in grado di abilitare la transizione all’idrogeno. Gestisce una rete di trasporto di circa 41.000 km tra Italia, Austria, Francia, Grecia e Regno Unito e detiene il 3,5% della capacità di stoccaggio mondiale. È tra le prime dieci società quotate italiane per capitalizzazione di mercato. Con i suoi oltre 80 anni di esperienza nello sviluppo e nella gestione di reti e impianti, garantisce la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti e promuove la transizione energetica sul territorio. Oltre a trasporto e stoccaggio, Snam è anche uno dei principali operatori nella rigassificazione del gas naturale liquefatto (GNL). La società è attiva anche in Asia e Medio Oriente.
In Snam lavorano oggi circa 3.500 persone. L’azienda gestisce oltre 20 grandi impianti tra siti di stoccaggio, di rigassificazione e compressione del gas naturale.
“Il vasto programma di trasformazione digitale avviato da Snam un anno fa”, racconta Giorgio Veronesi, Senior Vice President ICT Infrastructure di Snam, “fa parte di un ancora più ampio progetto di innovazione denominato SnamTec – dove Tec sta per Tomorrow’s Energy Company – destinato a guidare l’azienda nell’impegnativa transizione ecologica ed energetica, verso l’utilizzo di fonti sostenibili come il biometano e l’idrogeno. Per arrivare a questo obiettivo, Snam sta rinnovando sia le infrastrutture fisiche sia quelle digitali, e i due percorsi devono ovviamente andare in parallelo”.
Un’integrazione seamless tra on-premise e cloud
Una delle tante sfide che ha affrontato Snam nel complesso percorso di trasformazione digitale è stata quella di portare una parte importante dei carichi di lavoro sul cloud pubblico. L’infrastruttura IT della società conta nel complesso circa 4.700 server virtuali, 800 server fisici e 1.300 istanze database. A questo si aggiungono oltre 9.000 device mobili aziendali in dotazione a tecnici e impiegati. I servizi vengono erogati da tre diversi data center, due primari di proprietà e uno virtuale costruito con Microsoft Azure.
Per supportare la crescita di Snam, l’IT doveva però progettare un’infrastruttura in grado di triplicare la quantità di storage disponibile in cinque anni, dagli attuali 4 PByte ai 12 previsti nel 2026; nello stesso periodo di tempo è inoltre prevista una crescita del 100% del workload e ciò rappresenta una grande sfida in termini di costi, gestione e sicurezza.
“L’unico modo di supportare questa crescita in modo sicuro e sostenibile economicamente era il cloud”, dice Veronesi, “ e quando è stato il momento di progettare la migrazione nel cloud pubblico di una parte dei carichi virtualizzati con VMware, abbiamo individuato tre diverse strategie: attuare una migrazione tradizionale, spostando le macchine virtuali da on-premise a cloud, mantenere le macchine virtuali as-is all’interno dei data center e implementare su cloud tutti i nuovi workload, oppure utilizzare un layer di virtualizzazione VMware che ci consentisse di implementare un vero cloud ibrido. La prima ipotesi è stata scartata perché avrebbe richiesto un’analisi complessa dell’impatto sulle applicazioni e la seconda perché non andava nella direzione di un vero percorso verso il cloud”.
VMware su Azure è la formula vincente
La soluzione ideale viene individuata in Azure VMware Solution (AVS2.0): consente un passaggio indolore verso il cloud pubblico di una parte dei carichi (inizialmente quelli meno “core”) e consente di pianificare un journey sicuro ed economicamente sostenibile per portare in futuro anche altri servizi e applicazioni su Azure.
“Il nostro obiettivo era trasferire in modo rapido e senza contraccolpi i carichi in cloud”, racconta Veronesi, “ed è stato centrato alla perfezione. Volevamo ottenere l’equivalente di un data center virtuale dove spostare le applicazioni a seconda della nostra convenienza. Grazie ad Azure VMware Solution abbiamo potuto migrare i carichi di lavoro, centinaia di macchine virtuali, senza modificare quasi nulla e senza riconfigurare le sottoreti. Nessun utente delle applicazioni migrate si è accorto di nulla”.
Con Microsoft AVS2.0, Snam è riuscita in poche settimane a migrare oltre 400 macchine virtuali e circa 160 istanze DB, integrandole in modo esemplare con le risorse on-premise. Oltre alle esigenze in termini di sicurezza e costi, l’IT di Snam è riuscito a soddisfare altri due requisiti fondamentali: la trasparenza, cioè la possibilità di trasferire verso e dal cloud i carichi senza interruzioni, e la specificità, cioè la possibilità di costruire in modo efficiente applicazioni cloud native.
“Posso affermare che il cloud di Microsoft è per noi la soluzione giusta”, dice Veronesi, “ci consente infatti di passare dall’on-premise al cloud, liberando risorse e investimenti di capitali che possono essere utilizzati dove servono di più. Anche la gestione IT è migliorata: le infrastrutture on-premise andavano gestite e aggiornate per garantire la sicurezza, tutte cose che con il cloud non dobbiamo più fare, potendoci così focalizzare sui progetti di sviluppo. Ma la cosa che ci piace di più di Azure sono le availability zone: configurando i nostri sistemi in base a queste zone possiamo ottenere un’alta affidabilità senza dover ricorrere a nuovi data center”.
La migrazione non si ferma
Quello di Snam è un progetto a tappe, che prevede il progressivo spostamento dei carichi di lavoro in cloud, perseguendo l’ottimizzazione di una configurazione ibrida tale da garantire sicurezza, scalabilità e prestazioni.
“Dopo aver ultimato il passaggio delle prime 800 macchine virtuali entro la fine del 2022”, dice Veronesi, “completeremo la configurazione dell’infrastruttura per avere l’alta affidabilità. Proseguiremo poi negli anni successivi, migrando via via anche i carichi di lavoro più strategici e quelli che attualmente sono in regime di business continuity.”.
Il futuro di Snam vede un utilizzo ancora più massiccio anche di altre tecnologie Microsoft, come quelle relative ad Azure Synapse per AI e Big Data, un pilastro della strategia dell’azienda, e quelle che fanno capo alle infrastrutture Edge, come Azure Stack HCI, per portare intelligenza e capacità di calcolo anche in periferia.
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